Il Buddha della Medicina e la Medicina Tibetana

34939_1155841431858_1702389338_291887_8123393_n-203x300Il nome completo del Buddha della Medicina è Bhaishajyaguru Vaiduryaprabha, il Signore dei Rimedi, il Maestro guaritore dalla radiosità di lapislazzuli, il benefattore supremo conosciuto anche come Re della Luce Acquamarina, colui che ha scritto i Quattro Tantra Medici: caratteristica è la sua effige, in quanto la parte esposta del corpo è colorata di blu e questa luce terapeutica viene emanata tutt’intorno dal suo corpo per dissipare le nebbie delle emozioni che confondono la mente ed il cuore delle esistenze e per dissolvere i dolori del corpo fisico. Come Shakyamuni indossa i vestiti di un monaco ed è seduto nella posizione del loto, il braccio destro verso terra con il palmo rivolto in avanti in segno di protezione di chi lo guarda; tra il pollice e l’indice tiene uno stelo di mirabolano, pianta miracolosa nota come la regina dei medicinali per la sua capacità di curare tutte le malattie; nella mano sinistra, assisa in grembo, regge una ciotola contenente tre tipi di ambrosia: uno è il nettare che cura la malattia e fa risorgere i morti; il secondo è il nettare che contrasta l’azione; l’ultimo è il nettare che mai si esaurisce, illumina la mente e accresce la comprensione; in molte raffigurazioni il personaggio è circondato da pietre preziose curative (i cristalli), da foreste di erbe fragranti e piante medicinali. Nei tradizionali tangka tibetani, il Signore dei rimedi di lapislazzuli è spesso raffigurato in compagnia di altri sette Buddha della medicina, tra i quali lo stesso Shakyamuni. E nella raffigurazione del suo regno buddista orientale, noto come Puro LapisLazzuli, il Signore dei Rimedi di solito è affiancato dai due principali bodhisattva di quella terra pura, Suryaprabha e Chandraprabha, irradianti rispettivamente luce solare e lunare.

lapis lazzuli

La principale peculiarità di questo Buddha della Medicina è il colore, il blu profondo dei lapislazzuli. Questa pietra preziosa ha avuto un grande valore nelle culture asiatiche ed europee per oltre seimila anni e, fino ad un periodo relativamente recente, il suo valore ornamentale era considerato alla pari, o ancora maggiore, di quello del diamante. La pietra è avvolta in un’aura di mistero, forse perchè si trova prevalentemente nelle cave della remota regione del Badakshan nell’Afghanistan nord orientale, un’area inaccessibile situata oltre all’Hindu Kush. Un cronista ha scritto, “i campioni più fini di lapis, di un blu intenso chiazzato di onde e turbini di pirite color oro scintillante, somigliano a una notte illuminata da miriadi di stelle.” Tradizionalmente questa bellissima pietra simboleggiava le cose pure o rare. Si dice che abbia il potere di curare o fortificare chi la indossa, e grazie alla sua naturale levigatezza può essere lucidata fino a raggiungere un’alta riflettività. Per tutti questi motivi, oltre al fatto che la luce blu intenso possiede un comprovato effetto curativo nella pratica di visualizzazione, il lapis è il colore del principale Buddha della Medicina. Il Signore dei Rimedi di Lapis è una delle figure più onorate nel panteon buddista.

In Tibet il Buddha della Medicina è venerato quale fonte delle arti curative, poiché è attraverso di lui che sono nati gli insegnamenti incarnati nei quattro Tantra Medici, il fondamento della medicina tibetana.

La Medicina Tibetana è uno dei più grandi tesori lasciati dalla civiltà Buddista sviluppatasi in Tibet ma è poco conosciuta in Occidente. Come la medicina Indiana e Cinese, quella Tibetana concepisce la salute come un continuo risultato di quotidiani equilibri e, pertanto, considera l’essere umano come un’unità in cui i fattori del corpo, della mente e dello spirito costituiscono inscindibilmente l’insieme di energie che reciprocamente si influenzano e che possono essere causa di malattia e guarigione. Secondo la tradizione antica, il Buddha, migliaia di anni fa, nella veste del Signore dei Rimedi Bhaishajyaguru, codificò i fondamenti della medicina Tibetana nel Gyushi, i Quattro Tantra Medici. Lo scopo del Buddha ha radice nella prima delle Quattro Nobili Verità, il cardine della religione Buddista: la Vita è sofferenza (Dukkha); tutta la ricerca del Buddha è stata indirizzata alla ricerca di una Via che potesse emancipare l’individuo da questa realtà della vita. Se leggiamo la storia di Siddharta Gautama Buddha, il Buddha storico, sappiamo che dopo aver vissuto gli anni della gioventù nel palazzo reale (era un principe), in occasione di una festa lasciò le mura del palazzo reale e, mentre passava in carrozza per le vie del paese, rimase profondamente colpito nel vedere un malato, poi un vecchio, poi un funerale: questi “incontri” lo turbarono a tal punto da fargli decidere, all’età di 29 anni, di lasciare sua moglie, suo figlio ed una vita di agi per approfondire il senso di questa realtà. La corretta comprensione di questa realtà conduce l’individuo oltre le illusioni, libero dagli attaccamenti e capace di trasformare il proprio karma, infatti le successive Nobili Verità, nell’ordine recitano: 2) la causa della sofferenza è il desiderare; 3) origine di questa condizione è l’ignoranza; 4) l’estinzione di questi condizionamenti avviene indirizzandosi tramite la volontà sulla retta via. L’intero percorso è detto della Somma Guarigione. Il primo passo, dunque, su questa Via concerne la consapevolezza; osservare se stessi continuamente e con obiettività è il punto di partenza per riconoscere le azioni dell’ego e l’attaccamento alle forme, alle cose, agli oggetti, alle persone; e anche alle percezioni, alle sensazioni, alle idee, ai pensieri. È proprio l’attaccamento la principale causa di sofferenza e l’attaccamento è prodotto dall’identificazione con l’ego a scapito del Sé intuitivo.

Ogni evento è causato da eventi precedenti ed è a sua volta origine di altri eventi; l’incontro fra l’organo di senso e l’oggetto dei sensi produce la sensazione che genera l’illusione della sostanzialità delle cose e l’illusione dell’esistenza reale di un Io; questo genera la sete di esistenza e l’attaccamento; da qui si producono effetti ed altri eventi condizionati (karma). A questo punto è fondamentale prendere coscienza del proprio modo d’essere, delle conseguenze del proprio modo di vivere e procedere, attraverso la Via del Buddha, cioè i metodi indicati nell’Ottuplice Sentiero a trasformare il karma estinguendo la sete dell’attaccamento. Come percorso di emancipazione il Buddha elaborò l’Ottuplice Sentiero che, basandosi sul giusto comportamento e su una condizione di equanimità, conduce attraverso varie tecniche, alla liberazione dal condizionamento. Il medico buddista deve quindi proporre al suo assistito un cambiamento che investe molti fronti: l’alimentazione, la ginnastica curativa, la giusta attività sessuale, la meditazione, gli esercizi di respirazione, la pulizia del pensiero, ecc. L’Ottuplice Sentiero: Retta Comprensione, Retto Pensiero, Retta Parola, Retta Attività, Retti mezzi di sostentamento, Retto Sforzo, Retta Attenzione, Retta Meditazione. Fu nei Quattro Tantra Medici, i testi esoterici e le pratiche segrete che assicurano il raggiungimento della liberazione, che l’Arte Buddista del guarire arrivò alla completa codificazione: il corpo e l’esistenza materiale non erano più l’ostacolo sul cammino verso l’illuminazione, ma diventava il veicolo principale; nei Tantra si dice: “Questo corpo è lo stesso corpo dei Buddha, più prezioso di una gemma che esaudisce ogni desiderio”. Nei Tantra Buddisti il corpo è concepito come contenitore di felicità e luogo di energie che, opportunamente curato, si manifesterà in un corpo di luce: “Dato che gli esperti del Tantra riconoscono tutti i fenomeni come intrinsecamente puri, essi possono trasformare qualsiasi cosa in strumento di liberazione” (parole del saggio tibetano Longchenpa). Nella Medicina Tibetana non è possibile separare la malattia di una persona dalla sua stessa vita, dal suo relazionarsi con gli altri esseri e con l’ambiente e, soprattutto, dal collegamento con un piano Divino trascendente la mera realtà umana.

budaLa concezione medica tibetana si basa sulla teoria che tutti i fenomeni sono composti di cinque elementi o stati di energia (spazio, vento, fuoco, acqua e terra) che producono a loro volta tre energie (flemma, bile e vento, cioè le energie fredda, calda e neutra). Queste energie si manifestano nel mondo esterno come fenomeni naturali (ad esempio i cicli solare e lunare, le stagioni, il clima, ecc.) e nel corpo come funzioni vitali. In particolare sono responsabili della formazione dell’embrione, del mantenimento dello stato di salute, della malattia e della morte. Causa prima è la mente. L’ignoranza, fattore mentale negativo, è infatti all’origine delle tre energie e dei tre difetti radice: attaccamento, avversione e ignoranza. Alla mente sono associati i cinque elementi sottili che sono la causa diretta del corpo fisico grossolano e sottile. Quando la mente di un essere “bardo” (che proviene da una esistenza precedente) entra nell’ovulo fecondato della madre, inizia il processo di formazione dell’individuo. Prima di tutto si sviluppano i tre canali energetici: il canale centrale (shushuma), generato dal desiderio, da cui si sviluppa l’energia del vento. Il canale destro (pingala), generato dall’avversione, da cui si sviluppa l’energia bile. Il canale sinistro (ida), generato dall’ignoranza, da cui si sviluppa l’energia flemma. L’energia vento è per sua natura leggera, fredda e mobile; funziona principalmente nel sistema nervoso (che ha origine nel cervello) e controlla e regola le funzioni di cuore, polmoni, ossa, stomaco, vescica, ecc. L’energia bile è, per sua natura, calda ed è associata a fegato, cistifellea e sudore; funziona principalmente nel sistema circolatorio. L’energia flemma è di natura fredda e umida e funziona principalmente nei sistemi linfatico ed endocrino. Caldo e freddo sono qualità inerenti delle energie bile e flemma, mentre l’energia vento chiamata “prana” nel sistema ayurvedico e ”qi” in quello cinese, è universale. Lo squilibrio si verifica quando le caratteristiche specifiche di un’energia neutralizzano quelle degli altri elementi e le distruggono. I sintomi che si verificano variano da persona a persona ma dipendono soprattutto dall’energia che ha causato il disturbo e dalla sua natura. Ad esempio, i disturbi causati dal bile (che secondo gli antichi testi ha la natura del veleno) sono veloci, drastici, facilmente letali e preparano il terreno ad altre malattie ma, allo stesso tempo, sono i più facili da curare. I disturbi flemma sono meno drastici e più lenti. Proprio questa lentezza permette il verificarsi dei sintomi. Sono più gravi, pesanti e necessitano di cure molto più lunghe. I disturbi vento si manifestano sia all’inizio che alla fine della malattia.

Generalmente indichiamo come malattia un’alterazione nelle funzioni più manifeste del nostro corpo mentre trascuriamo le parti più sottili e invisibili. È importante invece mantenere tutti gli elementi del corpo in buon equilibrio: dai più grossolani – ossa, muscoli, organi, ecc. – fino ai più sottili – chakra, canali, venti e gocce. Quando il corpo subisce un’alterazione, a causa di dieta, comportamento ecc., si altera anche il corpo sottile. Parallelamente un’alterazione del corpo sottile, causata da disturbi mentali, irrequietezza, influenze negative, squilibri negli elementi, ecc., produce un’alterazione nel corpo grossolano. I disturbi del corpo grossolano sono automaticamente corretti quando i disturbi del corpo sottile (blocchi energetici ecc.) vengono curati con pratiche speciali o rituali tantrici. I chakra sono centri di energie essenziali (il loro numero varia da testo a testo). Venti e mente sono sempre associati mentre i canali sono le vie di scorrimento di queste energie sottili.

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