Ogni giorno il sole sorge e tramonta e fra questi due momenti succedono molte cose. La natura è così meravigliosamente armonizzata che, indipendentemente da quanto possono essere diverse le cose che accadono, tutte si organizzano in un unico ritmo.
In effetti vi sono tanti ritmi incastrati uno dentro l’altro, come ingranaggi di un unico macchinario.
L’alternarsi del giorno e della notte inducono i ritmi circadiani e le variazioni dei parametri vitali, per cui: al mattino si prova benessere e forza, la temperatura interna corporea aumenta e diminuisce quella delle estremità; alla sera aumenta la stanchezza e diminuisce la temperatura delle parti interne.
La quasi totalità delle funzioni umane (temperatura corporea, pressione arteriosa, battito cardiaco), segna un andamento ritmico è stato dimostrato negli anni ’50 da alcuni ricercatori francesi che stavano studiando i livelli di secrezione del potassio con le urine e scoprirono che essi seguivano un ritmo regolare della durata di circa 24 ore concordavano con quelli di altri ricercatori ed il quadro che ne venne fuori è che, al contrario di quanto si pensava fino ad allora, la quasi totalità delle funzioni umane (ad esempio la produzione ormonale, l’andamento della temperatura corporea, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, dell’umore) ha un andamento ritmico.
I ritmi biologici, scoperti da Franz Halberg, seguono – in prima approssimazione – una curva sinusoidale, ossia una doppia curva che cresce fino ad un massimo (acrofase) e poi scende fino a un minimo, variando intorno ad un valore mediano che si chiama mesor.
La doppia curva crescente, decrescente, poi nuovamente crescente e decrescente si completa in un periodo di tempo ben definito.
I ritmi con un periodo compreso tra le 20 e le 28 ore vengono definiticircadiani. Quelli con un periodo inferiore alle 20 ore, come da esempio le fasi del sonno, vengono definiti ultradiani.
I ritmi con un periodo superiore alle 28 ore si chiamano infradiani; tra questi ultimi va ricordato il ciclo mestruale che avendo una durata pari a quella del ciclo lunare viene definito “circalunare”.
La scienza moderna ha rivelato molti dei cicli più evidenti del nostro corpo, come il cuore che batte ogni tre quarti di secondo e i polmoni che si gonfiano d’aria da dieci a quattordici volte al minuto, però molti mutamenti del corpo rimangono misteriosi.
Perché, come ha scoperto la scienza, una persona raggiunge il suo peso massimo alle sette di sera?
Perché le nostre mani sono più calde intorno alle due del mattino?
La risposta dell’Ayurveda è che in noi vi sono dei “cicli principali” governati dal corpo energetico.
Ogni giorno siamo attraversati da due onde di cambiamento, ognuna delle quali porta un ciclo di un dosha. Queste fasi hanno luogo dall’alba al tramonto e poi ancora dal tramonto all’alba.
Il primo ciclo inizia dalle 6 alle 10 con Kapha, quindi dalle 10 alle 14 con Pitta e si conclude dalle 14 alle 18 con Vata. Il secondo ciclo inizia dalle 18 alle 22 con Kapha, poi dalle 22 alle 2 con Pitta ed infine dalle 2 alle 6 con Vata.
Uno degli aspetti fondamentali del vivere in sintonia con la natura è il rispetto di questi cicli principali che sostengono la nostra esistenza fisica. Noi dobbiamo cavalcare le onde della natura, non combattere contro di essa.
All’alba si comincia con un periodo Kapha. E’ facile comprendere per quale motivo le prime ore della giornata sono considerate Kapha: al risveglio il corpo è lento, pesante, rilassato e tranquillo, insomma ha le qualità di Kapha. Il momento fisicamente più attivo, che è quello di massimo appetito, è l’ora di mezzogiorno, a metà del primo periodo Pitta.
Pitta è responsabile del metabolismo del cibo, della distribuzione dell’energia e in genere della massima efficienza fisica. Ecco perché nel posto di lavoro il massimo di produttività si realizza a mezzogiorno. Questo primo ciclo termina con un periodo Vata, che ha inizio alle 14.
Vata controlla il sistema nervoso e infatti i ricercatori hanno scoperto che nei test mentali la gente dà il meglio di sé nel corso del pomeriggio.
Il secondo ciclo ripete la stessa sequenza ma con una sfumatura diversa. La sera è rilassata e tranquilla come il mattino, il tramonto riconduce il corpo ad una stabile condizione di riposo, Kapha è incline all’inerzia. Allo stesso modo, l’appetito associato a Pitta alla sera non è forte come a mezzogiorno.
Dopo essere andati a letto Pitta digerisce la cena e quando siamo immersi nel sonno Pitta dà energia per la ricostruzione dei tessuti che viene effettuata in massima parte di notte.
Il periodo Vata che precede il mattino si esprime attraverso il sistema nervoso, ma invece di pensare velocemente come nel pomeriggio, si passa alla fase del sogno attivo, chiamata REM, a causa del rapido movimento degli occhi, in cui gli impulsi cerebrali raggiungono il massimo dell’attività notturna. Così il ciclo della giornata è completo.
Se impariamo a rispettare i cicli della natura legati a Vata, Pitta e Kapha il benessere insorgerà in un modo spontaneo. Svegliarsi tra le sei e le otto, pranzare intorno a mezzogiorno, cenare tra le diciotto e le diciannove e andare a letto tra le vent’uno e le ventidue ci permetterà di avere tanta energia durante il giorno, una perfetta digestione del nostro pranzo, un pomeriggio con una mente sveglia e vigile e una notte di buon riposo.
Fonte: Benessere Totale di Deepak Chopra
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