La più antica citazione del magnete come mezzo di cura appare sull’Atharvaveda che contiene il trattato sulla medicina e l’atre di curare. Cleopatra, donna di leggendaria bellezza (69-30 a.C.), si dice che portasse un piccolo magnete sulla fronte per preservare le sue splendide grazie. Le antiche civiltà non compresero il potere reale del magnete: le sue proprietà di attrarre il ferro e i suoi derivati, portava a pensare a qualche qualità magica e lo faceva considerare con un certo timore.
La Magnetoterapia è una disciplina che sta a metà fra il convenzionale e l’alternativo (è stata riconosciuta a livello nazionale come terapia omeopatica e naturopatica).
realtà l’impiego di magneti per la cura delle varie patologie risale a tanti secoli fa. Solo però nel 1500 Paracelso, medico e alchemista, iniziò a studiare come applicare le correnti magnetiche per la cura dei vari disturbi.
Affascinato dalle sue ricerche, un certo Hall, professore di astronomia, iniziò a curare i primi pazienti, seguito da Mesmer.
Bisognerà però attendere gli studi di Michael Faraday, padre della biomagnetica, e di Hertz e Gauss per porre quelle importanti basi oggi applicate nella moderna magnetoterapia.
Un importante passo in avanti venne fatto ai giorni nostri, quando perfino la NASA si avvicinò a questa tecnica di cura per studiare gli effetti dell’assenza di gravità sulle ossa degli astronauti.
Magnetoterapia Statica
La magnetoterapia basata sui campi magnetici statici consiste nell’uso di magneti di piccole dimensioni da portare addosso, nella rete si può leggere nella maggior parte dei casi che non è stata scientificamente provata, questo dato dalla mancanza di informazioni poichè sono stati fatti importantissimi studi sulla Magnetoterapia statica dal Dott. A. K. Bhattacharyya che ha studiato.Gli effetti dei magneti sugli organismi quali piante, animali, uomini e in applicazioni cliniche per combattere malattie che le terapie moderne non riescono a guarire.
La parola viene dall’unione di due parole greche: mágnēs che sta per ‘magnete’ e therapeìa che vuol dire ‘cura’. Quindi significa ‘cura del corpo attraverso le onde magnetiche’.
Dunque la magnetoterapia utilizza magneti per per trattare una vasta gamma di problemi di salute. In particolare, viene applicata nei casi di gravi infiammazioni, dolore, problemi a livello vascolare, muscolare, articolare ed osseo.
Nello specifico aiuta quindi a:
- lenire il dolore
- ridurre le infiammazioni
- migliorare la circolazione del sangue
- mineralizzare le ossa
- calcificare le fratture osse
- ridurre la perdita di elasticità tissutale
- aiutare il processo di cicatrizzazione.
Magnetoterapia perché si usa
Le onde agiscono direttamente sui tessuti, mobilizzando gli ioni positivi e negativi presenti nel corpo, accelerando i processi di scambio ionico a livello della membrana cellulare e stimolando così il metabolismo.
I sostenitori della pratica la ritengono indicata in casi artrite, artrosi, asma, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, osteoartropatia e prostatite. artrite, artrosi, asma, atrofia muscolare, cefalea, distorsioni, fratture, osteoartropatia, prostatite.
Inoltre, secondo i suoi sostenitori, la magnetoterapia migliorerebbe la circolazione sanguigna, prevenendo la formazione di placche nelle arterie, stimolerebbe la produzione di endorfine da parte del sistema neurovegetativo, riducendo così la sensazione di dolore ed esercitando un’azione antiinfiammatoria, e aumenterebbe l’assimilazione del calcio, riducendo l’insorgenza dell’osteoporosi.
Il trattamento risulta efficace in caso di fratture ossee, perché favorisce una migliore e più veloce formazione del callo osseo, anche nei portatori di protesi. E migliora la sintesi ossea nell’osteoporosi. L’efficacia è provata anche nel riassorbimento degli edemi e nella cicatrizzazione delle ferite.
Secondo l’ipotesi più comune, i campi elettromagnetici agiscono stimolando l’attività cellulare. Alcuni studi sostengono che i campi elettromagnetici attivano la circolazione sanguigna, che favorirebbe l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive. Si sostiene anche che il ferro nel sangue faccia da conduttore del magnetismo.
Inoltre dovrebbero favorire la secrezione di endorfine da parte del cervello, che è un ottimo analgesico o antidolorifico.
La magnetoterapia è controindicata per i portatori di stimolatori cardiaci pacemaker e apparecchiature elettroniche in quanto potrebbe interferire con esse.
ll Biomagnetismo (magnetoterapia) è un metodo terapeutico, scoperto nel 1988 dal Dott. Isaac Goiz Duran, Medico messicano.
Consiste in utilizzare magneti per ripristinare l’equilibrio bioenergetico del nostro organismo per poi recuperare la salute. Posizionando dei magneti in punti specifici del corpo, si ottiene la correzione di disfunzioni energetiche, prodotte dalle attività di microrganismi patogeni (batteri, virus, parassiti, funghi,) disfunzioni ghiandolari (tiroide, ovaia, ipofisi, pineale ecc.), traumi (fisici o psichici) e altre possibili eziologie dannose.
Queste si verificano in punti specifici del corpo, denominati dal Dott. Goiz “Coppia Biomagnetica”, e si manifestano come variazioni del valore del pH intra ed extracellulare.
Come è l’applicazione di questo trattamento?
L’applicazione della Coppia Biomagnetica o Terapia Biomagnetica, consiste nel posizionare dei magneti cariche naturali positive e negative sul tuo corpo per livellare il PH (il PH
è il potenziale del grado di acidità o alcalinità dell’idrogeno che contiene l’acqua del nostro
Corpo).
Nei tessuti sani il PH è neutro e misura 7,3; quando sale o scende da questa misura diventa
acido o alcalino. L’ambiente acido è favorevole ai batteri, virus, funghi e parassiti, che sono la causa più delle volte malattie e disturbi dell’essere umano.
Per neutralizzare il PH, vengono posizionati un magnete positivo e uno negativo, dove il corpo
indica e l’energia magnetica riesce a neutralizzare il PH; mentre l’acidità scompare dal corpo,
rimuoviamo l’ambiente favorevole al microrganismo, motivo per cui nella maggior parte dei
a volte muore; e di conseguenza la persona trattata, inizia a sentire un notevole miglioramento.
Questo metodo innovativo ci permette di identificare sindromi e malattie nel loro
componenti eziologici (nella loro origine) siano essi virali, batterici, fungini, (funghi)
disfunzioni parassitarie e ghiandolari e per lo più equilibrare e aumentare l’autoguarigione.
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