Secondo le scritture indù, queste legano l’anima al ciclo di nascita e morte e la tengono confinata in questo mondo materiale (confini di Maya o esistenza relativa). Soprattutto si dice che i primi tre aprano la strada all’inferno. I primi due comportano esperienze difficili che affrontiamo nella nostra vita. Non importa quanto siamo potenti, ricchi, di successo o esteriormente felici, non possiamo essere considerati maturi se non abbiamo vinto questi sei nemici interni. In effetti, il Sanātana Dharma afferma che non saremo mai veramente felici e pacifici nei nostri cuori a meno che non sconfiggiamo questi sei nemici: gli “Shadripus”.Il concetto di Shadripus nel Sanātana Dharma ci rende responsabili dei nostri successi e fallimenti. Nella Gitā, Bhagavān Kṛṣṇa dice:
“Bisogna elevarsi da soli; non bisogna degradarsi. Infatti, solo la mente è amica di se stessi e solo la mente è il proprio nemico”.
Nessun nemico può causare più danni della propria mente. Ci si può proteggere da danni fisici o emotivi da parte di altri, ma la protezione contro i propri pensieri, atteggiamenti e sentimenti dannosi non è un compito facile. Tuttavia, se ci si impegna per la propria crescita e maturità, non c’è amico migliore di se stessi. Uno diventa il proprio benefattore facendo ciò che deve essere fatto per affrontare i sei nemici all’interno della mente che è di primaria importanza nel facilitare la propria crescita interiore. Perciò le Upaniṣad dicono anche:
“La sola mente è la causa della schiavitù e della liberazione (moksha) negli esseri umani. Quando è attaccata agli oggetti dei sensi, la mente porta schiavitù. Quando è distaccato dagli oggetti, porta la libertà.”
Fare yoga si sa non è solo esecuzione sterile degli asana ma è un cammino profondo e globale che – premessa una certa disponibilità – può realmente coinvolgere ogni singolo aspetto della nostra vita, dando forma e sostanza. Lo yoga tradizionale ti offre le chiavi per scoprire chi sei e per armonizzare diversi aspetti della vita.Ma bisogna essere onesti con se stessi e tenaci.
Tra le prime chiavi di liberazione Adi Śaṅkara offre una via per comprendere ed individuare chiaramente i 6 principali nemici della nostra mente e insiti nello spirito umano, in grado di determinare il nostro destino governandoci completamente. Adi Śaṅkara li chiama “Arishadvargas” ed essi sono:
- Kama – il desiderio sfrenato, mania, lussuria
- Krodha – la rabbia, l’odio
- Lobha – l’avidità, avarizia, mentalità ristretta
- Moha – l’attaccamento emotivo illusorio
- Mada o ahankara – l’orgoglio e l’ostinazione mentale
- Matsarya – l’invidia, la gelosia o vanità, ostentazione
Kama e krodha sono responsabili di ogni tipo di esperienze difficili che ci capitano nella nostra vita. Con Mada o ahankar, tutto il nostro agire nel mondo diventa egoista. Queste Arishadvargas (e le loro numerose varianti) chiamate anche passioni malvagie, possono essere pensate come dei “ladri interni” che saccheggiano continuamente il nostro patrimonio spirituale, portandolo a perdere conoscenza del suo vero essere. Se una persona è prigioniero di uno o più arishadvargas allora la sua vita sarà totalmente governata dal destino. Quando invece si avanza sul cammino dell’autorealizzazione, la presa del destino diminuisce e si è parte integrante di esso. Quando riusciamo infatti ad identificarci con il sé inteso come Brahman, allora si diventa parte del tutto, potere del destino incluso. Il nostro Sankalpa (la nostra intenzione) diviene sufficientemente “buono” per materializzare e cambiare qualsiasi situazione per il bene o il male secondo la nostra volontà.
Detto così sembra tutto facile e magico ma credo che siano veramente in pochi a sottrarsi totalmente a uno o più dei sei Arishadvargas. Tutti sotto forme più o meno consapevoli, più o meno consce, siamo a mio avviso in balia del potere degli Arishadvargas: la meditazione, lo yoga, ma così come una bella passeggiata o un momento per re-inserisi nel flusso del qui e dell’ora, possono forse sottrarci per qualche istante alla tirannia continua delle sei passione malvagie facendoci scorgere per un attimo le potenzialità infinite dell’esse.
Questi sei nemici non sono del tutto indipendenti l’uno dall’altro. Ma sono tutti uniti contro di noi e vogliono distruggerci completamente! Ad esempio, non è possibile per una persona essere gelosa e allo stesso tempo liberarsi completamente dalla rabbia, perché la gelosia fa inevitabilmente nascere sentimenti di rabbia verso il nostro “nemico” esterno. Un altro esempio è che l’eccessiva avidità di denaro è essa stessa causata da un desiderio eccessivo e può portare a un sentimento di orgoglio o ego quando quella persona diventa ricca. Quindi qui abbiamo 3 dei sei nemici che sono uniti contro di noi.
Krishna spiega una delle possibili relazioni tra alcuni di questi sei nemici nei versi seguenti. Mostra come questi shadripus sopraffanno la capacità critica e discriminante del nostro intelletto (Buddhi) a causa della quale dimentichiamo lo scopo della nostra vita, e poi ci distruggono completamente.
“Soffermandosi o pensando sugli oggetti dei sensi un uomo sviluppa attaccamento per essi. Dall’attaccamento nasce il desiderio. Il desiderio fa nascere la rabbia. Dalla rabbia nasce l’illusione. Dall’illusione nasce un fallimento della memoria. Dal fallimento della memoria risulta una distruzione dell’intelletto; e attraverso la distruzione dell’intelletto, ne consegue la distruzione totale.”
Quando un individuo sperimenta un oggetto, questo può lasciare o meno un’impressione nella propria mente. Se si pensa di nuovo all’oggetto, diventa un’impressione. Se si continua a soffermarsi o ad associarsi all’oggetto, nasce il desiderio di riviverlo o addirittura di possederlo. Quindi la persona agisce per soddisfare quel desiderio. Più intenso è il desiderio, maggiore diventa il bisogno di soddisfarlo. Qualunque cosa si presenti nel modo di soddisfare il desiderio evoca rabbia.
Il seguente Shloka spiega molto bene lo Shadripu: “Kama Krodascha Lobhascha Dehe Thishtanthi Taskarah Jnana Ratno-paharaya Tasmat Jagrata Jagrata.”
Desiderio, rabbia, avidità, attaccamento, orgoglio, gelosia: questi dacoit risiedono nel tuo stesso corpo. Non sono fuori. Risiedono come nemici della quinta colonna dentro di te. E perché sono lì? Depredarti del Jnana-Ratna, derubarti della preziosa gemma della saggezza spirituale o atma-jnana, depredarti e privarti della preziosa gemma dell’auto-consapevolezza e farti dimenticare il tuo Sé e piangere e lamentarti ed essere nell’ignoranza. Per privarti di questo gioiello di atma-jnana, loro sono lì. Perciò, oh uomo, oh Sadhak, Jagrata, Jagrata. Attenzione, attenzione. In questo modo, dal livello sommerso di chitta o dal profondo interiore, vengono portati in attività vari samskara e vasana.
( Aḍi Shankaracharya)