Secondo la tradizione fu Mikao Usui, nato in Giappone nel 1865, a sviluppare la pratica del Reiki affermando di avere ricevuto l’abilità di curare dopo tre settimane di digiuno e meditazione sul Monte Kurama. I praticanti di Reiki usano infatti un tecnica analoga alla “imposizione delle mani”, che, canalizza le energie terapeutiche (ki).
Nell’aprile del 1922, Usui andò a Tokyo dove fondò l’Usui Reiki Ryoho Gakkai.
Il nome giapponese REIKI, letteralmente, indica la connessione tra il ‘REI’, l’energia vitale dell’universo, ed il ‘KI’, l’espressione individuale di tale energia, definita anche ‘CHI’ dai cinesi e ‘prana’ dagli indiani.
Si afferma che il Reiki possa essere usato nel trattamento di praticamente tutte le malattie e disturbi conosciuti. Quando affiancato ad altre terapie naturali ed allopatiche, ne migliora l’efficacia.
Il Reiki secondo chi lo pratica ha l’effetto di migliorare i risultati del trattamento medico globale, agendo in modo da ridurre gli effetti collaterali di eventuali farmaci, ridurre il tempo del trattamento, ridurre o eliminare il dolore, ridurre lo sforzo e contribuire ad aumentare un senso generale di ottimismo, che gioverà alla cura nel suo complesso.
Il Reiki, inoltre, può essere abbinato alla medicina tradizionale come pure ad altre medicine alternative che tengono in considerazione la salute della persona da un punto di vista olistico quali Omeopatia, Fiori di Bach, Aromaterapia, Aurasoma, Medicina Ayurvedica, Cristalloterapia e Fitoterapia.
La malattia vista dal Reiki
Seguendo il punto di vista olistico, nel Reiki si afferma che la malattia, in qualsiasi forma si presenti, non è altro che la manifestazione sul piano fisico di uno squilibrio energetico. Secondo questa visione, traumi, incidenti, alimentazione, eventi atmosferici, situazioni ambientali, danno origine a dei blocchi energetici e alle malattie. Il Reiki ha come scopo quello di rimuovere questi blocchi energetici, ripristinandone il flusso e ristabilendo l’armoniosa interazione tra mente e corpo.
L’evento esterno, secondo questo punto di vista, può al massimo partecipare come concausa nella produzione di uno specifico sintomo, ma il conflitto nasce sempre nella psiche dell’individuo. Il dolore è l’informazione preposta alla conservazione della vita.
Malattia e squilibrio secondo il Reiki
Quando l’energia vitale non fluisce regolarmente all’interno del corpo umano seguendo il giusto ritmo, si parla di squilibrio energetico. La funzione principale del Reiki è quella di ristabilire questo equilibrio, e di permettere alla salute, alla vitalità ed alla felicità di manifestarsi liberamente. Le emozioni positive come la felicità, il buon umore, l’amore, la pietà, la tranquillità e l’appagamento sono qualità energetiche molto pure. Quando vengono provate queste emozioni, si sta generando energia positiva. Le emozioni negative come la preoccupazione, la paura, il terrore, l’avversione, la rabbia, l’avidità, la bramosia, l’invidia sono energie molto dense e pesanti che richiedono grandi quantitativi di energia e di lavoro per circolare e sostenersi, tendendo a “contagiare” le altre persone con le quali vengono in contatto (come fanno anche le emozioni positive). Ecco dove il Reiki agisce. Comincia ristabilendo la pace e l’equilibrio nella mente e nel corpo.
Ristabilendo questo equilibrio e raggiungendo la “guarigione spirituale” anche il corpo fisico ne trarrà beneficio.
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