Trama:La storia comincia, appunto, sul “Pianeta verde”: un pianeta lontano e sconosciuto ai terrestri, dove le persone che lo abitano vivono la loro esistenza in armonia con sé stessi e con la natura. Anche gli abitanti di questo pianeta sono passati per l’era industriale (nel film è definita preistoria), ma dopo averne saggiato la decadenza, hanno preferito abbattere gerarchie, industrie e tutto ciò che rappresentava l’epoca dello sfruttamento.
Come ogni anno, sul pianeta viene convocata un’assemblea plenaria; ordine del giorno: inviare qualcuno sulla Terra per controllare a che punto sia arrivato il processo evolutivo. I racconti dei più anziani (sul pianeta si vive ben oltre i 250 anni) parlano dell’era napoleonica, caratterizzata da guerre e da manie espansionistiche e nessuno sembra volersi offrire volontario per la spedizione sul pianeta azzurro.
Mila, interpretata dalla stessa Serreau, si offre volontaria per il viaggio, portando con sé il segreto delle sue origini: sua madre era una terrestre.
Calata nella Parigi degli ultimi anni novanta, Mila si ritrova disorientata a causa delle indicazioni che gli anziani le hanno dato prima di partire: vestita con abiti stile “Impero”, dà vita ad una serie di primi, comici, approcci con il popolo parigino. Senza acqua né cibo – poiché in città queste fonti di sostentamento sono rispettivamente inquinate e insalubri – è costretta a raggiungere un ospedale per “ricaricarsi” con dei neonati; ed è proprio nell’ospedale, l’Hôpital Cochin di Parigi, che incontra Max (Vincent Lindon), primario di medicina sconnesso da lei stessa, con cui intratterrà un rapporto mutuale per tutta la durata della storia.
Tra mille peripezie, dopo aver riconosciuto alcuni abitanti del pianeta verde approdati e morti sulla Terra (Gesù e Bach), Mila risolve la vita coniugale di Max e rintraccia i suoi due figli che hanno provato a raggiungerla dal pianeta verde e che sono finiti per errore nel deserto australiano, entrando in contatto con gli aborigeni.
Spiegata la storia della propria civiltà, la famiglia del pianeta verde torna a casa, portando con sé le due ragazze terrestri (una delle due è la famosa attrice francese Marion Cotillard, agli esordi della carriera) di cui i figli di Mila si sono innamorati.
Recensione: Pianeta Verde
In questo film il regista ha sviluppato una critica alquanto pungente, nonché reale ,verso il sistema civile dei nostri tempi, sopraffatto da assurdità e contraddizioni, da uno stile di vita frenetico,da un consumismo sfrenato ed un inconsapevole sfruttamento delle risorse naturali, dello spazio in cui viviamo, dell’inquinamento smisurato…
La critica viene mossa dal punto di vista di “Mila,”abitante del pianeta verde, che si ritrova catapultata nella caotica e frenetica Parigi, luogo che risulta essere un vero e proprio inferno, in netta contrapposizione con il luogo da cui lei proviene ovvero quasi una rappresentazione del paradiso, dove immense folle ascoltano il silenzio puro, che solo la natura riesce magicamente a regalare. Un verde esteso ovunque e una vita vissuta a pieno contatto con la natura.
In realtà, gli stili di vita imposti dall’economia contemporanea sono concentrati su una ricerca quasi folle verso un benessere che poi, in realtà, si rivela effimero e frivolo fatto di soddisfazioni solo apparenti ed infruttuose.
Questo film vuol essere un grande invito a riflettere per cambiare il proprio modo di vivere,un invito a tornare alla naturalità della vita ed abbandonare definitivamente gli artifici della modernità, un invito a costruire un nuovo stile di vita che abbia ritmi sostenibili che liberano il nostro vero“io”, sensibilizzandoci alla natura rendendoci migliori.
La forza della critica è rafforzata dal fatto che, anche gli abitanti del pianeta verde provengono da un periodo industriale e,nello svolgersi del film, viene raccontato come il popolo sia riuscito ad uscire da quell’era di predominio, odio, violenza ed artificiosità. Il tutto è raccontato con chiave comica proprio per evidenziare ulteriormente questa apparenza di ridicolo, criticando e prendendo in giro l’artificiosità e la falsità di alcuni nostri comportamenti, tra cui l’odio che primeggia su ogni
aspetto della vita. C’è da sottolineare, poi, anche la stupenda colonna sonora che è delicata ed avvolgente ma anche “silenziosa”,in alcuni momenti, ciò per far apprezzare allo spettatore che nel silenzio c’è la miglioremusica che l’essere umano possa mai ascoltare. Il silenzio, in realtà, è la musica della natura, che però a causa del frastuono delle auto, del t
raffico e del vivere frenetico non siamo più abituati ad ascoltare e non abbiamo più l’orecchio allenato a cogliere quei momenti meravigliosi e surreali chesolo la natura riesce a donarci.
Lo stesso inquinamento rappresenta una piaga da sottolineare, infatti l’uomo,attraverso di esso, ha liberato tante sostanze nocive: ossido di carbonio e di azoto, anidride solforosa, che sono molto dannose e velenose per la sua stessa salute. La terra sta diventando un insieme di veleni che poi passano agli alberi e, da questi, all’uomo.
Tutto ciò incide sull’ecosistema, spezzando quell’equilibrio ambientale tanto importante quanto fondamentale di cui noi stessi paghiamo le conseguenze. Pertanto o invertiamo la nostra rotta di autodistruzione, ponendo rimedio all’uso inco
ntrollato del progresso in generale, affrontando con coscienza e grande senso di responsabilità il rispetto per l’ambiente, o sarà troppo tardi. Ritengo infine che, quanto più l’uomo avanza nel progresso ed impara adusare gli strumenti che lui
stesso costruisce, tanto più si auto lesiona.
Concludo dicendo che dovere di ogni uomo è la difesa della natura e dell’ambiente in cui vive.
Questa difesa, infatti, se da una parte è una forma di rispetto del creato è anche una difesa dell’uomo stesso, anche perché la distruzione della natura coincide con la distruzione dell’uomo!
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